Il successo dell'operazione

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L’operazione era purtroppo necessaria perché il piccolo sopravvivesse. L’intervento al cuore consisteva nella separazione dell’aorta dall’arteria polmonare, due vasi sanguigni del cuore fondamentali che erano attaccati. Il Dottor Sunil Jangid, responsabile di neonatologia e terapia intensiva pediatrica, ha reso chiaro i motivi di una decisione così rischiosa: “Normalmente la connessione tra le arterie rimane fino a quando il feto è nel ventre materno. Questo legame di norma cessa nel momento in cui il feto viene alla luce. Nei casi in cui questo non accada solitamente si cura con dei farmaci. Il bambino però non rispondeva positivamente alla cura farmacologica e per questo motivo abbiamo dovuto operarlo d’urgenza.
Per compiere quest’impresa straordinaria e delicatissima i chirurghi hanno usato strumenti piccolissimi e sottili adatti alla grandezza del neonato che era quella di un palmo di mano.” CLICCA SUL PUNTO 2 PER CONTINUARE A LEGGERE

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