La vita di Pei
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La crescita di Pei Shan si è fermata dopo tre mesi. Da quel momento, è stato solo un susseguirsi di tanti problemi di salute: “Ogni volta che pensavamo di aver superato una crisi tremenda, ne arrivava una e ci gettava in un calderone di sofferenze ed emotività”, ricorda il padre Qi Kuan Teo. Pei Shan ha ancora il grasso da bambina su viso e braccia e deve indossare il pannolino. È per molti aspetti solo una bambina anche se la sua anima è cresciuta. Dal momento che la sua capacità polmonare è limitata, deve sempre indossare una maschera per l’ossigeno. Il suo papà dichiara: “La nostra felicità è diventata disperazione. A volte mi chiedo perché sia successo a noi. Cosa ho mai fatto nella mia vita precedente per avere avuto indietro tutto questo? All’inizio ci siamo concentrati solo su cose pratiche che ci aiutassero ad affrontare la situazione, non avevamo tempo per altro. Sono andato a letto sperando di non svegliarmi il giorno dopo, pensando che sarebbe stato decisamente meglio. Ma continuo a dirmi che sarei un irresponsabile. Mia moglie e mia figlia rimarrebbero da sole”. Per badare a Pei Shan, la mamma è stata costretta a lasciare il lavoro da cassiera in banca ma, con un solo stipendio, quello da tassista del padre, e le costose cure mediche alle quali la ragazza si deve sottoporre, la famiglia ha rischiato quasi la bancarotta. La madre, Siew Cheng Chew, ha detto di aver sviluppato un udito molto sensibile, per essere sicura che la maschera d’ossigeno della figlia sia sempre in funzione. Ecco cosa ha rivelato: “Posso sentire il suono della cavigliera che indossa anche se sono in cucina o in bagno”, dice la donna. “O quando dice ‘mee’ (diminutivo di ‘mamma’), basta anche solo faccia un movimento, io riesco a sentirla, anche se l’ambiente è rumoroso”. CLICCA SUL PUNTO 3 PER CONTINUARE A LEGGERE