La verità

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“Ero uno spazzino. Era un giorno prima della scadenza delle tasse scolastiche di mia figlia, ma non potevo permettermi di pagare perché non avevo abbastanza soldi. Non riuscivo a lavorare quel giorno, mi sono seduto accanto a tutti i rifiuti e ho cercato di nascondere le lacrime che colavano dalle mie guance. Tutti i colleghi mi guardavano, ma nessuno disse una parola. Avevo fallito ed ero disperato. Non sapevo come guardare negli occhi le mie figlie per dirgli che non ce l’avrei fatta. Sono nato povero. Credevo che nulla di buono potesse accadere a un uomo povero. Dopo il lavoro, i miei colleghi vennero da me. Si sedettero accanto a me e mi chiesero se li vedessi come miei fratelli. Prima che potessi rispondere, mi dettero tutti la loro giornata di stipendio. Quando mi rifiutai di accettare il denaro, dissero semplicemente: – Noi oggi avremo fame, ma tutte le nostre figlie devono andare a scuola. Ero rimasto completamente senza parole”. CLICCA SUL PUNTO 4 PER CONTINUARE A LEGGERE

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